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Cod. 8339
EUR 1400.00
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1764083886Cod. 8339 Globo TerrestreGlobo terrestre da tavolo in lingua tedesca, realizzato dal geografo e cartografo dell’Impero Austro-Ungarico Jan Felkl e dal Prof. Otto Delitsch, nella seconda metà del XIX secolo. Oltre alla mappa territoriale, sono riportate le correnti oceaniche. La base è in legno tornito ed ebanizzata, completa del cerchio del meridiano in ottone inciso. La sfera è in cartapesta e gesso, rivestita dai fusi e dalle calotte ottenute mediante stampa litografica.
Buono stato segni di usura e leggera crepa all’altezza dell’equatore sull’oceano pacifico.
Misure cm 15 x 35 – 5.9 x 13.7 in
Jan Felkl (1817 1887) fu un pioniere nella produzione di globi: nato in Boemia, aprì la sua officina a Praga attorno alla metà dell’Ottocento. Nel 1870 trasferì la fabbrica da Praga a Roztoky (Roziok) presso Praga, dando vita a un’azienda che impiegava artigiani, litografi, geografi e incisori. Uno dei cartografi più noti con cui Felkl collaborò fu il Prof. Otto Delitsch di Lipsia, la cui firma figura sul globo come autore della mappa. Delitsch contribuì a sviluppare un sistema di “tonalizzazione” dell’altitudine, dando rilievo alle montagne con sfumature di marrone, tecnica che divenne distintiva in alcuni globi Felkl.
La ditta Felkl & Sohn divenne famosa a livello internazionale già nella seconda metà dell’Ottocento, produceva globi in 17 lingue e introdusse importanti innovazioni, ottenendo brevetti per globi che si aprivano formando due emisferi e anche per globi contenenti al loro interno un globo celeste. Dopo la morte di Jan Felkl nel 1887, l'attività proseguì con i suoi figli. La fabbrica continuò a produrre globi anche durante il primo Novecento, ma la sua fortuna cominciò a declinare dopo la Prima guerra mondiale, con la scomparsa del mercato austro-ungarico e l’emergere di nuovi concorrenti. Dopo un’ulteriore espansione negli anni Venti, anche con globi illuminati, le difficoltà aumentarono: conflitti ereditari, la Seconda guerra mondiale e il regime comunista portarono infine alla chiusura dell’azienda nel 1952.
I primi globi risalgono all’inizio del XVI secolo. Nati sotto la spinta delle grandi esplorazioni geografiche, vennero fin da subito utilizzati a scopo didattico presso corti principesche, monasteri e collegi. Nel XVIII secolo, grazie al lavoro del geografo ufficiale di Luigi XIV, si diffusero sia il globo celeste — che rappresenta la superficie concava del cielo con le sue costellazioni — sia il globo terrestre, che mostra invece la superficie della Terra con mari, isole, fiumi e città.
Le tecniche produttive prevedevano la realizzazione di due emisferi in cartapesta, pressati e modellati su o all’interno di uno stampo emisferico, lasciati asciugare e rinforzati internamente con una tavoletta di legno. Gli emisferi venivano poi incollati e ricoperti da un sottile strato di gesso, sul quale si applicavano i fusi del globo: aree comprese tra due meridiani, di solito dodici, ciascuna delle quali copriva 30 gradi di longitudine. I fusi erano realizzati in carta stampata mediante incisione su lastra di rame, poi colorata.
Nell’Ottocento, con l’espansione dei commerci, la maggiore circolazione delle informazioni e l’introduzione dell’obbligo scolastico, crebbe il desiderio di conoscere paesi lontani. Il vecchio metodo di costruzione dei globi divenne rapidamente inadeguato: i fusi stampati da lastre incise non erano più sufficienti, e l’unica soluzione efficace divenne la litografia, che permetteva di stampare e aggiornare rapidamente mappe destinate a diventare obsolete a causa del costante avanzare delle scoperte geografiche.
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